PAOLA CEREDA - La figlia del ferro

NICOLA NURRA - Plasticene

ORMEA, piazza NANI - Venerdì 22 luglio ore 16,30

Pensate a un acquario domestico ricco di de­ cine di specie che avete curato per mesi. Poi un giorno iniziate a introdurre nell'acquario specie nuove, che si alimentano di quelle presenti e non hanno nessuno che le predi. In più manomettete la pompa dell'acqua, facendo calare il livello di ossigeno e modificando il pH. Infine decidete di riempire quell'acquario di sporcizie, buste e im­ ballaggi, fino a quando dei pesci presenti all'inizio non saranno sopravvissuti che due o tre. Ecco, per quanto folle possa sembrare, questo è ciò che ab­ biamo fatto alla flora e alla fauna marina e terre­ stre nell'arco di poco più di un secolo. Eppure non è troppo tardi per rimediare.

Nicola Nurra ci conduce nel Plasticene, questa

nostra epoca: un momento storico senza prece­ denti, in cui un prodotto inesistente prima della sua creazione da parte dell'uomo - la plastica - si è imposto in pochissimo tempo come una tra le più pericolose minacce per la sopravvivenza di spe­ cie animali. piante ed ecosistemi. A partire dalle sue esperienze personali dibiologo marino e dagli incontri fatti con scienziati che indagano lo scio­ glimento dei ghiacci polari e la diminuzione della corrente del Golfo, le isole di plastica galleggian­ ti - cinquemila miliardi di pezzi per un totale di

260 ooo tonnellate - e lo sbiancamento delle bar­ riere coralline, Nurra ci introduce in modo chiaro e documentato ai preoccupanti scenari climatici di domani; a ciò che irrimediabilmentesuccederà se non interveniamo subito. Ma il suo è anche il racconto di chi a questo «irrimediabile» si oppone: di chi da anni fa informazione sul tema; di chi pro­ getta sistemi di analisi della biosfera sempre più precisi; di chi lotta politicamente per intervenire sulle emissioni inquinanti; di chi, semplicemente, ha deciso che vuole ancora avere un futuro, una casa, una speranza.

Plasticene è una narrazione scientifica allo stesso tempo inquietante e affascinante, in cui i dati si alternano all'osservazione diretta della tra­ sformazione in atto nei nostri fiumi, laghi, mari e oceani. Un assordante campanello d'allarme cui però possiamo ancora dare risposta, riuscendo a salvare, insieme al pianeta, anche quella bizzarra specie di mammiferi bipedi e onnivori che lo abita da qualche centinaio di migliaia di anni.

NICOLA NURRA (Portoferraio, 1971) è un naturalista, biologo marino e operatore scientifico subacqueo. Insegna Biologia marina presso l’Università di Torino e ha pubblicato su diverse riviste scientifiche del settore. Collabora con il Cnr-Istituto delle Scienze Marine di Venezia ed è presidente e fondatore di Pelagosphera, una cooperativa di monitoraggio ambientale marino.


PAOLA CEREDA

 Per due volte finalista al Premio Calvino (2001, 2009), nel 2009 ha pubblicato il suo primo romanzo Della vita di Alfredo, (Bellavite Editore). In seguito Se chiedi al vento di restare (Piemme, 2014), Le tre notti dell'abbondanza (Piemme, 2015, Giulio Perrone Editore, 2020). ConConfessioni audaci di un ballerino di liscio (Baldini&Castoldi, 2017) è stata finalista al Premio Rapallo Carige e al Premio Asti d'Appello, e ha ricevuto la menzione speciale della Critica al Premio Vigevano. Nel 2019 il romanzo Quella metà di noi (Giulio Perrone Editore) è stato nella dozzina del Premio Strega, ha vinto il Premio Brianza e il Premio Segafredo Zanetti "Un libro, un film".

Iole è dell'Elba, isola di miniere e di ferro. Il bombardamento del 1943 la costringe ad affrontare da sola l'occupazione tedesca e i lunghi mesi che precedono la liberazione. Lavan­ daia e figlia di un anarchico che le ha insegnato l'importanza di non avere padroni, non ha timo­ re di vivere il proprio corpo e assecondarne gli appetiti, che sia con un soldato in partenza per il fronte o con Mario, il giovane vicino pieno di pro­ messe. Arriva il 1944 e con esso lo sbarco degli al­ leati. Tra loro c'è anche Ibrah, fuciliere senegalese delle truppe coloniali francesi. La popolazione fe­ steggia ma subito si rende conto che le ore succes­ sive saranno le più drammatiche da sopportare e le più difficili da raccontare.

Ci sono corpi a legare le fila di questa storia: il corpo di Iole e quello di Ibrah, i corpi delle donne e quelli dei soldati. E ci sono domande che hanno il compito insolito di restare ciò che sono: soltan­ to domande.

Paola Cereda si ispira a un episodio del nostro passato recente, dai più dimenticato eppure em­ blematico, per raccontare la carne e il ferro, le fra­ gilità e gli atti di coraggio che muovono la Storia.