Dal 13 al 19 agosto. 

Quest'anno il tema della rassegna sarà "La condizione femminile".

BIOGRAFIA DELL'AUTORE

Paola Scola, 48 anni, di Ceva, giornalista professionista e redattore del quotidiano "La Stampa", laureata in Lettere classiche (110/110) con una tesi in greco antico sulle "Omelie su San Giovanni" di San Giovanni Crisostomo. A lungo corrispondente prima per il settimanale "L'Unione monregalese" e poi (dal 1991) per "La Stampa", è profondamente legata al territorio. Ha vinto il Premio Igor Man con il quotidiano torinese per le ricerche sull'alluvione '94 e il 1° Premio "Castelgovone" a Finale Ligure per il libro "Eroi nel fango" (Araba Fenice, 2014). Per lo stesso editore ha pubblicato "In prima fila" (2015, terzo posto al Premio Priamar) e collaborato a "I racconti del treno" (2015).

Lo aspetto ancora con disperata speranza

Le guerre le combattono gli uomini. Al fronte, imbracciando le armi. I soldati muoiono, vengono fatti prigionieri. Nella seconda guerra mondiale subiscono anche indicibili torture. Ma non sono gli unici a patire il dolore di un conflitto. Perchè c'è anche chi rimane a casa. Ed è la guerra delle donne: che soffrono per la partenza di mariti, padri e figli, devono gestire la casa con un minimo di risorse, debbono occuparsi dei genitori anziani di entrambi, talvolta hanno un'attività di famiglia da portare avanti. E, mentre i loro uomini vivono i drammi fra le sabbie di El Alamein o nei ghiacci del Don, fanno tutto questo ricacciando le lacrime in uno scompartimento nascosto del cuore. Perchè la priorità sono i bambini, che spesso il loro papà neppure l'hanno mai visto, e il dolore è un fatto strettamente privato. Sono le storie, per esempio, di Milly, che per settant'anni aspetta, invano, il ritorno del suo Ennio, con la chiave nella porta. Oppure quella di Romana, per tutta la vita addolorata e tormentata dall'assenza del papà. O della mamma di Renè, che non arriva in tempo a salvare il figlio. Racconti di madri, mogli, figli. Presente e memorie che si fondono. E, sullo sfondo, una parola terribile, forse peggiore persino di "morto": DISPERSO.

QUARTA DI COPERTINA

"La battaglia conclusiva, il 26 gennaio 1943, è a Nikolajewka. Moltissimi vengono fatti prigionieri e costretti a camminare in condizioni disumane verso i campi di prigionia: la "Marcia del Davaj",che in russo significa "Avanti". Almeno altri trentamila soldati italiani muooiono durante iil cammino".

"Qualcuno mi ha detto di averlo visto nella ritirata, ma nessuno ha saputo dirmi quale fine abbia fatto. Anche se tutte le ricerche hanno dato esito negativo, lo aspetto ancora con disperata speranza".

"Il giorno del funerale di nonna nevicava: era mio nonno Ennio che tornava, dalle fredde e nevose steppe della Russia, per riprendere la sua sposa e portarla con sè, per sempre...La loro lunga attesa si era finalmente compiuta".

"Quel volto era rimasto giovane - scrive la figlia - , mentre avrei voluto poterlo vedere ricoprirsi, a mano a mano, di una sottile ragnatela di rughe. Come avrei amato quelle rughe, che avrebbero indicato il tempo che aveva trascorso con me. Papà, sono diventata donna, moglie e madre sempre senza di te".

L'Associazione Culturale Ulmeta è lieta di ospitare autori che vogliano proporre le proprie opere.

Il grande libro della cucina piemontese. Ricette, saperi, curiosità

Dotata di un'insolita capacità di dialogare con la tradizione, ma anche di accogliere novità e mutamenti di costume, la cucina piemontese mantiene un forte legame con la stagionalità e i prodotti della terra. Verdure, riso, carni, formaggi, vino e tartufi, frutta, erbe di montagna, funghi riportano ai sapori delle tavole contadine, delle cucine di famiglia, talvolta ai banchetti di corte. Da un lungo lavoro di ricerca è nato un ricettario all'insegna della cucina vigorosa, essenziale e sana del Piemonte, arricchito da curiosità e notizie storiche, in cui la galuperia e il rito della buona tavola si fanno custodi di amicizia e convivialità.

Elma Schena, Adriano Ravera

Giornalisti e scrittori, studiosi di storia e costume, esperti di gastronomia, organizzatori di eventi.

Un sodalizio di coppia e di lavoro a girare per archivi e biblioteche, a setacciare documenti, ad ascoltare racconti ed esperienze. Leggere la storia attraverso i piatti della tradizione è la peculiarità del nostro lavoro di ricerca. Trovarci “con le mani in pasta” è facile, siano penna e computer  per raccontare una ricetta o farina e uova per provarla, poco importa.

La nostra non è cucina di chef, di grandi scuole: è volutamente la cucina di casa, eredità di madri e zie esperte ai fornelli. Un mix di antico e moderno per ritrovare ritmi e piacere, tra vecchi rami alle pareti e lunghe tavolate di amici assaggiatori.

Una dimensione di scoperta per cui abbiamo molto viaggiato, talvolta senza bisogno di andare lontano. Ogni ricetta legata a un evento, una persona, un incontro. Un filo sottile le interseca e le cuce per conoscere tradizioni e radici, per coglierne i momenti significativi, per capire meglio il presente.

A quattro mani firmiamo articoli e saggi sulla cultura del cibo, guide turistiche, coordiniamo manifestazioni ed eventi.

Ogni occasione è stimolo per “progettare”: il ricettario-bomboniera per un matrimonio partendo da piatti di famiglia, libri per anniversari di attività commerciali, enti pubblici, depliant a carattere gastronomico e turistico.

A due voci ci divertiamo a parlare di cibo, un intercalare nato in tanti anni di passione condivisa.


Roberto Centazzo, attorno ai sette anni, decide che da grande avrebbe fatto lo scrittore. Di polizieschi. Nel frattempo inizia a specializzarsi: si laurea in Giurisprudenza, esercita la pratica forense, consegue l'abilitazione all'insegnamento e poi, per conoscere da vicino le tecniche investigative, si arruola in Polizia (attualmente è ispettore capo). Ha ideato, insieme all'amico Marco Pivari, il programma radiofonico Noir is rock, in onda su numerose emittenti italiane. I romanzi dellaserie «Squadra speciale Minestrina in brodo» sono stati accolti con crescente successo.

Operazione Sale e pepe

Squadra speciale Minestrina in brodo

Maalox, Kukident e Semolino: la squadra è di nuovo in azione

Un’ondata di reati a carico dei più deboli, gli anziani, vittime di furti e di truffe. È questa la notizia del giorno che campeggia sulle pagine di tutti i giornali.
Polizia e Carabinieri, gli eterni rivali, fanno a gara per correre ai ripari, per dare qualche risultato all’opinione pubblica impaziente. Ma in Questura uomini e mezzi sono scarsi. E allora perché non chiedere aiuto a chi è andato da poco in pensione, ma non ha perso il gusto per le indagini?
Ecco tornare in azione il fantastico trio formato da Kukident, Maalox e Semolino: la «Squadra speciale Minestrina in brodo» è di nuovo in campo. Ma questa volta, tra l’indagine su un misterioso ladro di scarpe, le ricerche di un fantomatico topo d’appartamento e la caccia a una truffatrice senza scrupoli, il loro coinvolgimento sarà più personale e doloroso che mai.
Sullo sfondo di una Genova sempre più calda, i tre ex colleghi e amici dovranno fare i conti con le solite difficoltà investigative, e con un avversario scaltro e cattivo. Tra le ondate di ricordi e le sorprese che le sere d’estate possono riservare, i toni leggiadri e scanzonati della commedia lasceranno spazio a pennellate di pura poesia.