'ndomma 'nti Figui 2023
Racconti e luoghi della Riviera dei fiori

Francesco Vatteone
Trilogia della fidelissima

Venerdì 25 agosto ore 17

Una giornata dedicata a Oneglia.
Francesco Vatteone ne parla con Angelo Cirillo....

Francesco Vatteone, 

imperiese,sposato con un figlio e due nipotini. Laureato.

Fondatore e presidente di diverse associazioni culturali tra cui il Circolo Amici della Lirica di Imperia, PortOneglia e il centro Studi musicali Gaetano Amadeo.

Vice presidente dell’UNITRE di Imperia, membro di Giunta della Consulta Ligure delle Associazioni Culturali, componente della Commissione Toponomastica della città di Imperia.

Appassionato di musica lirica ha scritto diversi libri sui teatri di Imperia e della sua provincia.

Amante di storia locale e appassionato ricercatore, con “La nuova Oneglia” che fa seguito a “Borgo peri e dintorni” e “Calata Cuneo e dintorni” completa la sua “trilogia della Fidelissima”, una passeggiata a ritroso nel tempo documentata e raccontata per ridare voce al suo passato , una carrellata di personaggi, luoghi e avvenimenti che hanno fatto la storia di Oneglia. 

L’ultimo suo lavoro è ”Il camposanto di Oneglia - Storie di una città”.

MASSIMO GILARDI,

nato ad Imperia il 21 Gennaio 1957 ha frequentato il liceo artistico '· Arturo Martini'' di Savona diplomandosi nel 1975.
li suo percorso artistico ha origini lontane, dalla tradizione famigliare, dal padre che disegnava nei vari momenti di pausa dall'impegno di lavoro, dallo zio che pure dipingeva, da un mondo unito di grandi affetti e sentimenti oggi difficili a trovarsi. .
Ora con i segni del disegno, con i colori della pittura, con le forme della scultura, continua ad esprimersi.
Nell'agosto del '95, scrivendo una presentazione per una mostra di Gilardi, ricordavo gli anni, alrneno una quindicina, in cui avevo cominciato ad interessarmi del suo lavoro allora era poco più che un ragazzo.
Veniva da Imperia a trovanni in quel d'Albissola e so che il suo tirocinio è stato lungo e sofferto.
Sin dall' inizio non si accontentava della sua naturale disposizione, voleva andare più a fondo, sapere di  più e meglio. Sciorinava i suoi quadri nell'ombra delmio terrazzo e aspettava i consigli che la rnia lunga esperienza, vissuta tra pittori e scultori, poteva dargli. Il rapporto era chiaro e semplice: lui era un artista alle prime anni, io il critico più avanti negli anni, un ligw·e trapiantato nel ferrore più prestigioso del centro artistico di Milano. Le sue visite sono poi continuate nel tempo, il nostro dialogo però adagio, adagio, è andato mutando. Gilardi è cresciuto su se stesso ed è cresciuta la sua ''professionalità" cme si dice.
Ecco quindi i suoi quadri, le sue sculture, i suoi disegni. Partendo da questi ultimi si può dire che il disegno è il modo più diretto del suo comunicare, che prelude ad ogni sua altra opera e, a questo punto, devo anche dire che Gilardi è uno straordinario disegnatore. Sono disegni di figure femminili e virili tracciati sul foglio con immediatezza e spontaneità, con un'analisi interiore d'acuta riflessione, sottili e introspettivi, per lui disegnare è come respirare. Nelle opere dipinte si capisce che Gilardi ama le scene dove i suoi personaggi sono protagotùsti, recitano o tirano i fili di buffi burattini, sono dipinti di un intenso e magico stupore.
Gilardi crede che la vita sia un dramma dove ognuno di noi ha una singola parte, obbedendo al destino di cui, più o meno consapevoli, siamo attori: ecco dunque i suoi burattini, le maschere, i personaggi delle sue rappresentazioni.
La ''maschera'' è dunque un'immagine che Gilardi ripete in tutti i suoi dipinti, come per assistere ad una recita della nostra vicenda umana. Vi è qualcosa in più che avvolge ogni suo personaggio: è qualcosa che dà ad ognuna delle sue figure una sorta di sospeso interrogativo.
Ogni essere umano, egli pensa~ declama un brano particolare durante la sua esistenza.
Questo è il senso vero della sua pittura e delle sue immagini: è il suo modo di riflettere sulla nostra condizione. Dal tempo lontano del nostro primo incontro, Gilardi ormai è cresciuto e, strada facendo, la sua perizia e la sua ispirazione sono cresciute con lui. Eccolo dunque, con i suoi quadri che rivelano la sua tenera forza ed una persuasione profonda, non è facile sottrarsi al suo fascino; l'incanto è sicuro.
Mario de Micheli

Poesie di Giancarlo (Carlito) Amoretti: Pensionato ex insegnante. Di chiare origini "onegliesi", anzi "perasche" si è scoperto poeta. Il suo tentativo è quello di tradurre in poesia fatti, sentimenti, ricordi e sensazioni legati al mondo ligure di ieri e di oggi. Recuperando il linguaggio dialettale autentico e superando la sensazione di folklore in cui facilmente si cade nel recupero delle tradizioni. In conclusione una poesia autentica contemporanea seppur espressa con parole di altri tempi.