Giorgio Ferraris presenta: 
Le ultime tradotte per la Russia e  Mario Odasso

ORMEA, Piazza NANI - martedì 22 agosto ore 17

Giorgio Ferraris

Maestro elementare in pensione, da tanti anni Sindaco di Ormea, dove è nato il 3 aprile 1952.
Ha scritto (e pubblicato con Araba Fenice) Alpini dal Tanaro al Don (2009), sulle vicende dei Battaglioni Ceva e Mondovì al fronte russo e In prima linea a Nowo Postojalowka (2013).

Con Franca Acquarone ha curato il volume I racconti del treno (2015), libro nel quale è presente il suo racconto Stazione di Trappa - 30 aprile 1943.
Con Giorgio Gonella e Giorgio Raviolo è autore di Ricordati che sei del Ceva - Storia di un battaglione alpino (2014).
Nel 2018 è uscito con La belle époque di Ormea.

Nel 2023, Le ultime tradotte per la Russia.


Le ultime tradotte per la Russia
ricostruisce la storia dei due Battaglioni Complementi della Divisione Alpina Cuneense, che formavano il 104° Reggimento Alpino di Marcia e sono partiti dall'Alta Val Tanaro negli ultimi giorni del 1942 per il fronte russo, che hanno avuto un destino opposto. Il primo è arrivato regolarmente a destinazione ed è stato quasi totalmente massacrato dopo pochi giorni. Il secondo, grazie alle azioni di protesta e di sabotaggio di un gruppo di alpini, è arrivato in ritardo e, per una questione di pochissime ore, è stato fermato prima di finire al centro dell'attacco russo ed è riuscito a salvarsi. Il libro narra anche la battaglia di Rossosch, le vicende della ritirata, e il tempo dopo, quando la guerra lascia il posto alla pace e la memoria condivisa porterà vita dove ci fu soltanto morte.







Mario Odasso
nato a Garessio sul finire dell'800, ha preso parte come giovane ufficiale di complemento alla Grande Guerra e ha avuto un ruolo di grande rilevanza su tutti i fronti dove sono state impegnate le truppe alpine nella Seconda Guerra Mondiale.
Odasso, con il grado di maggiore, ha comandato il Battaglione Intra, inviato in Albania con la Cuneense dopo il fallito tentativo di occupazione della Grecia. Ha guidato e condotto personalmente una delle poche operazioni militari dell'esercito italiano coronate da successo di quella guerra, prima dell'intervento delle truppe germaniche.
Promosso tenente colonnello, ha preso parte alla Campagna di Russia come Capo dell'Ufficio Operazioni del Corpo d'Armata Alpino e, all'inizio della ritirata, ha svolto una delicata e fortunosa missione speciale.
Nominato Capo di Stato Maggiore del Corpo Alpino, dopo aver organizzato il rientro in Patria dei soldati italiani sopravvissuti alla disastrosa ritirata, è stato gravemente ferito da un bombardamento aereo russo. I postumi della ferita lo hanno poi costretto al ritiro dalla vita militare, conclusa con il grado di generale.