GINO RAPA - TESTA DI RAPA

ORMEA, piazza NANI - Sabato 6 agosto ore 17
Gino Rapa, Albenganese professore in pensione, di latino e greco, ha trascorso a Ormea tanti estati della sua giovinezza Poliedrico autore di testi, racconti, canzoni. Impegnato nel sociale e nella solidarietà. Tra le tante attività ha istituito il premio Faber, in ricordo e omaggio a De André. Vive con un gatto e nove tartarughe.

Il libro è nato dal successo di una fortunata rubrica tenuta su Facebook e in radio da Gino Rapa, il “vecchio insegnante di latino e greco”, come l’autore è abituato a definirsi. Laureato in lettere classiche e autore di poesie, racconti, testi per canzoni e lavori teatrali, tra cui il più noto è sicuramente Nome:Fabrizio Cognome:De André, Gino Rapa è anche impegnato nel sociale e nella solidarietà e ha ideato infatti, a scopo benefico, due manifestazioni che in poco tempo hanno ottenuto risonanza nazionale: il Premio Fionda di legno e Ottobre De André. Il primo è un riconoscimento che ogni anno Antonio Ricci consegna a chi nella vita ha tirato buone fiondate contro i soprusi e le violenze e in difesa di chi spesso non ha voce. Ottobre De André è invece una festa, amatissima dalla gente, suggestiva e gioiosa nel ricordo di Faber, con il patrocinio della Fondazione De André e di Viadelcampo29rosso e con la presenza amichevole di Dori Ghezzi, a sostegno della Comunità di Don Gallo.

Il suo nuovo libro dal titolo chiaramente autoironico è una sorta di gioco di parole di uso quotidiano, non un saggio o un trattato linguistico.
“Lo scopo -precisa l’autore- è quello di stimolare la curiosità del lettore, sorprendendolo con etimologie insolite, presentandogli l’origine sconosciuta di tanti modi di dire, ricordandogli che le fondamenta dell’italiano che oggi parliamo poggiano saldamente sul latino e sul greco, lingue troppo frettolosamente dichiarate morte”. Nella prefazione Fiorella Mannoia, una delle numerose “allieve virtuali” dell’autore, scrive: “Quelle di Gino non sono soltanto spiegazioni, sono dei veri e propri viaggi. Le parole o anche i semplici modi di dire del nostro lessico abituale, grazie a lui, non sono più solo vocaboli o frasi, ma scrigni delle meraviglie, che racchiudono storie, racconti, significati sconosciuti e spesso impensati. Viaggi, appunto”.