Il carnevale dei Belli e Brutti di Suvero


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​La manifestazione ha suscitato l'interesse di studiosi anche recentemente: un articolo che descrive il carnevale di Suvero è da poco apparso su una rivista sarda. Il documentarista Fabio P.P. Milani, nel 2008, ha girato un suggestivo documentario sul carnevale, mentre l'antropologo M. Centini ha dedicato alla manifestazione un capitolo del suo recente studio "Diavoli, eremiti e selvaggi" (2009).

​Il crescente interesse verso queste maschere ha fatto si che nel 2019 sia stato dedicato un libro ai "Belli e Brutti" dal titolo "Maschere di Carnevale nell'estrema Liguria Orientale" scritto da Lorena Calabria;

"I rituali carnevaleschi hanno praticamente una diffusione universale, tenuto conto che all'interno del loro ambito sono stati inseriti nel passato rituali diversi sia per contesto sia per significato. Ecco quindi che alcune tradizioni, spesso legate alla vita agraria, e quindi alle stagioni, sono continuate sino ai nostri giorni, benché, almeno per quanto riguarda quelle trattate in questo libro - un lavoro sui "Belli" e "Brutti" di Suvero e Zeri - abbiano perso, nella percezione della società circostante, il significato di un rituale volto a scongiurare il pericolo della carestia, a celebrare il ritorno della primavera oppure la vittoria degli uomini sul mondo animale."

 Non è facile conoscere quali siano l'origine ed il significato di questa tradizione. Innanzitutto potremmo evidenziare manifestazioni simili in Italia ed in Europa: ecco allora Schignano, in provincia di Como, con un carnevale dei belli e dei brutti molto affine a quello suverese ed alcune località della Sardegna (ad esempio Samugheo, in provincia di Oristano, con il Mamutzone, un brutto). Brutti si trovano anche nell'isola greca di Skyros (i Geros), a Viza, in Tracia (i Kalogeroi), in Istria (gli Zvoncari) ed in Slovenia. Alcuni studiosi legano l'origine di queste maschere a culti pagani di natura dionisiaca, altri a feste celtiche che segnavano il ritorno della luce, con le giornate sempre più allungate.

Suvero è un paese del comune di Rocchetta di Vara, nella provincia di La Spezia, in Alta Val di Vara, nelle vicinanze delle CInque Terre, ed è conosciuto, tra le altre cose, per il suo antichissimo e particolarissimo carnevale dai sapori ancestrali, tanto familiare per quanti da una vita sono abituati a viverlo quanto straordinario per chi se ne trova improvvisamente spettatore.

 Questa festa, organizzata il sabato precedente al martedì grasso nei mesi di febbraio o marzo, è legata a tradizioni antichissime e misteriose, ancora oggi i ragazzi si mascherano con gli stessi costumi usati a suo tempo dagli antenati. Le maschere tradizionali sono due: i "belli" e i "brutti".

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I primi indossano abiti dai colori vivaci in fantasia floreale, adornati di trine, fiocchi e campanelli e calzano cappelli rivestiti con la stessa stoffa del vestito, ornati da lunghi nastri variopinti, pizzi, perline e campanellini.

I secondi sono vestiti con velli di capra o pecora e sulla testa indossano lunghe e grosse corna, mentre il viso è tinto di nero o ricoperto da maschere o bautte dai tratti cupi ed arcigni e portano legati in vita dei campanacci da mucca, che scuotono mentre camminano.

Così abbigliati i mascheri dei Belli e Brutti visitano fin dal primo mattino i casali del territorio e di altre frazioni dell'Alta Val di Vara su camion e trattori ottenendo in cambio cibo in quantità e generosi bicchieri di vino e grappa; successivamente, nel pomeriggio, sfilano per le strade del paese, fermandosi ad ogni casa: qui, mentre il padrone prepara un veloce rinfresco, i belli fanno ballare le donne della famiglia, mentre i brutti non risparmiano scherzi e burle a nessuno. Al calare della sera ci si riunisce tutti per cenare in compagnia.

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Singoli elementi possono essere così interpretati: il fracasso delle campane e la mostruosità delle maschere hanno la funzione di scacciare le forze maligne dalle case in vista dell'imminente primavera che crescerà i raccolti. In segno di gratitudine, sono donati alle maschere uova, dolci e vino.

​Molto di questo carnevale sfugge comunque ancora allo studio etnografico, ad esempio non è semplice comprendere perché sopravviva soltanto in un territorio così ristretto. Qualunque sia comunque il segreto significato di questa antica liturgia, intatto e genuino ne resta il fascino e la fragile magia.