L’Innocenza del lupo


È una torrida estate in Alta Valle Stermasca, nell’entroterra savonese. Un ragazzo genovese in vacanza è scomparso misteriosamente da alcuni giorni, ma gli abitanti di Stermato continuano a condurre la loro vita come sempre. Finché un mattino il ragazzo scomparso viene ritrovato morto. Barbaramente assassinato, come dicono i giornali. E inizia la caccia al colpevole, sotto gli occhi dell’intera nazione. Una vera e propria danza di sospetti e segreti, un intreccio di relazioni nascoste, di verità sbagliate, di apparenze che ingannano, tra carabinieri affettuosi e spazzini africani, adolescenti insopportabili e zii piagnucolanti, vecchie vegetariane tabagiste e canidi di varia specie, in una cornice ineguagliabile qual è quella di Stermato, straordinario paese di montagna sospeso fra Liguria e Piemonte, fra Medioevo e modernità, fra sovranismo valligiano e conquista del mondo. Una girandola di colpi di scena improvvisi, di insospettati ribaltamenti e di ricette tradizionali, con una sola fondamentale certezza: che il lupo è innocente, ma non per colpa sua.

Nicola Duberti

Nicola Duberti è nato il 12 luglio 1969 a Mondovì, in provincia di Cuneo, da una famiglia originaria di Viola, in alta valle Mongia. Vissuto a Torino fino a 14 anni, dopo una parentesi liceale a Mondovì è tornato nel capoluogo sabaudo per frequentare l’Università, dove si è laureato in Lettere classiche nel 1993. Ha svolto vari lavori (portalettere, cantoniere, necroforo, cronista di settimanale locale), quindi ha trovato impiego nell’Amministrazione Penitenziaria dove è rimasto (prima a Roma poi a Torino) finché nel 2000 si è riconvertito in insegnante di scuola media. A quest’attività, che svolge dal 2001 presso la Scuola secondaria di primo grado di Rocca de’ Baldi, ha affiancato un interesse per la dialettologia e la linguistica, prima dilettantesco poi più professionale. Nell’anno accademico 2015-2016 è stato docente a contratto di Laboratorio di piemontese presso il Dipartimento di Studi Umanistici. Il laboratorio è stato confermato anche per il corrente anno accademico.
Ha esordito come poeta nel 1996 con la raccolta Varsci. Versi nel dialetto di Viola, Il Salice Dorato, Mondovì. A questa raccolta hanno fatto seguito Ënvortojé (Amici di Piazza, Mondovì, 2003, con prefazione di Giovanni Tesio), in dialetto di Mondovì, e Taccuino del barbiere chirurgo (Genesi Editore, Torino, 2008, con introduzione e nota critica di Sandro Gros-Pietro) in italiano. È tornato al dialetto con J’òmbre’nt le gòmbe. Le ombre nelle valli. Poesie nelle parlate monregalesi di Viola e del Kje, Centro Studi Piemontesi, Torino, 2013, con prefazione di Giovanni Tesio e postfazione di Remigio Bertolino. Ha al suo attivo anche alcune pubblicazioni di interesse dialettologico, fra cui Paròle nòstre. Il dialetto ieri e oggi nei paesi del Monregalese, CEM, Mondovì, 2003 (con Ernesto Billò e Carlo Comino), Petite anthologie de la poésie de Mondovi, Ël Pèilo, Mondovì, 2007 (con Remigio Bertolino e nota linguistica di Riccardo Regis), Alpi del Mare tra lingue e letterature: pluralità linguistica e ricerca di unità, Dell’Orso, Alessandria, 2012 (curatela con Emanuele Miola) e infine I costrutti causativi in una varietà galloitalica pedemontana: il dialetto di Rocca de’ Baldi (Lincom, Monaco di Baviera, 2014) che costituisce la rielaborazione della sua tesi di dottorato.
Ha ottenuto la dignità di stampa alla VI edizione del Premio I Murazzi di Torino, con cui ha ottenuto la pubblicazione di Le stagioni delle cose, Genesi 2017.